Libri estate 2017

Con la fine di agosto è per me consuetudine fare il bilancio delle letture estive. Dico subito che quest’anno, per vari motivi, ho letto meno degli anni scorsi: mi è mancato il tempo del relax al mare con i nipotini che mi permetteva di trascorrere qualche ora al giorno immersa nelle pagine e nelle storie, undici libri in tre mesi per me sono una media bassissima …

A giugno qualche lettura piacevole come “Dove sei stanotte” di Alessandro Robecchi e “Il gioco delle tre carte” di Malvaldi che ha confermato il mio interesse per il giovane scrittore toscano; con “Tutto il tempo che vuoi” ho riscoperto l’affetto sincero per Francesco Gungui del quale ho parlato spesso con entusiasmo: a completamento del romanzo consiglio la lettura del racconto breve “La cena perfetta” (scaricabile gratuitamente a questo link) con le ricette di Franz.

A luglio la scoperta della fantascienza distopica con “Time Deal” di Leonardo Patrignani, una vera rivelazione (ecco il commento su Goodreads)! A seguire un’altra scoperta: Sandrone Dazieri con “Uccidi il padre” ed il seguito dal titolo “L’Angelo” che ha già scatenato la mia curiosità sugli sviluppi della vicenda di Dante Torre. Segnalo inoltre la scoperta del sito http://www.goodreads.com e relativa applicazione grazie al quale è possibile impostare sfide di lettura e recensire i testi letti (ecco i miei).

Agosto è iniziato con la delusione del tanto atteso “Il Serpente dell’Essex” ma si è riscattato alla grande con l’oscurità de “Il maestro delle Ombre” di Carrisi, l’ironia di “Per cosa si uccide” di Biondillo, i racconti de “La vita che volevo” di Licalzi ma soprattutto con “Orfani bianchi” di Antonio Manzini dove l’autore abbandona il commissario Rocco Schiavone per costruire un personaggio femminile forte e delicato al tempo stesso: Mirta Mitea, giovane moldava emigrata in Italia, lavora con il sogno di portare il figlio Ilie in Italia, quel bimbo che a malincuore ha lasciato nell’internat facendone un orfano bianco ovvero un orfano che ha famiglia altrove. Un vero pugno nello stomaco questa storia che fa riflettere sullo sfruttamento degli stranieri non solo nel nostro ma anche nel loro paese: da noi dove sono sfruttati, magari dagli stessi connazionali, con contratti al limite della schiavitù; nel luogo d’origine dove diventano fonte di guadagno per affrontare la povertà e la sofferenza. Attorno a questo duplice filo conduttore si trova anche il tema del bisogno di aiuto che noi abbiamo per lo svolgimento di lavori delicati come l’assistenza agli anziani; il tema è trattato con tanta profondità da rendere questo romanzo il mio preferito della calda estate 2017.